Brand bible, Brand guideline, o in italiano più semplicemente il manuale di utilizzo del marchio, ha diversi nomi, ma scopriamo insieme in questo articolo cos’è, cosa dovrebbe contenere e perché se hai un business rappresentato da un marchio dovresti averne uno.
Questo articolo è suddiviso in due parti, qui vedremo cos’è e quali sono gli elementi indispensabili.
Cos’è il manuale di utilizzo del marchio?
Il manuale di utilizzo del marchio è un documento che può essere un semplice pdf in digitale o stampato, che contiene tutte le linee guida del tuo marchio, ti dà informazioni e ti spiega in maniera semplice e visiva cosa puoi fare e come utilizzarlo, inoltre ti dà indicazioni su tutti gli elementi che lo compongono.
É uno strumento che viene dato solitamente quando una grande azienda commissiona un brand e ogni graphic designer dovrebbe fornirne uno con lo studio del marchio, anche se in versione ridotta.
Molte volte può essere riassunto anche in una brand board, uno strumento che può dirsi il bignami della brand bible, che riassume in una singola immagine ad una facciata tutti gli elementi fondamentali.
Ma quali sono questi elementi? Cosa non dovrebbe mai mancare?
Ecco la mia personale lista di elementi che includo in questo strumento utile tanto al cliente, tanto a me per avere sempre un riepilogo di tutte le cose da realizzare per una brand line completa.
Marchio principale (indispensabile!)
Si inizia sempre presentando il marchio principale quello che sarà utilizzato maggiormente, presentato su sfondo bianco, da solo nella pagina, in una misura che lasci spazio di respiro attorno per poterlo vedere in una buona proporzione.
Marchio semplificato, orizzontale e verticale (indispensabile!)
Il marchio non è scolpito nella pietra, ma deve potersi adattare a diversi formati, misure e utilizzi.
Pensiamo solamente al mondo dei social, dove il marchio è inserito in un’immagine di profilo con proporzioni quadrate e che in alcuni casi è visualizzata molto piccola. Per questo motivo se il marchio ha degli elementi grafici particolari che sarebbero invisibili nei piccoli formati deve essere presente anche una sua semplificazione, può essere anche un elemento ripreso dal marchio stesso, a farlo diventare quasi un’icona.
Il marchio cambia anche orientamento: se il marchio principale ha un orientamento orizzontale dovrebbe avere anche una sua variante che si possa declinare nel formato quadrato o verticale. Ci sono casi in cui il marchio è così semplice che non è necessario fare queste varianti. Oppure altri in cui non è possibile farlo perché è prevista una sola variante.
Per farvi un esempio, pensiamo al logo CocaCola. Esiste principalmente nella variante orizzontale, quella che vediamo sempre nelle lattine, però in alcuni casi è ripresa solo l’iconica “ondina” che insieme ai colori rosso e bianco fa pensare subito al famoso brand.
Marchio in varianti colore, positivo e negativo (indispensabile!)
Sempre per il motivo di cui sopra, il marchio deve potersi adattare a diversi strumenti di comunicazione. É il caso ad esempio di un marchio utilizzato come sponsor su un prodotto di comunicazione di altra azienda o di un evento. Per questo motivo è indispensabile avere una variante in bianco e nero (positivo e negativo) oltre alla versione a colori, sempre che il marchio non sia nato unicamente in nero.
Se ci sono le semplificazioni del marchio (quelle viste sopra) meglio presentare tutte le versioni in positivo e negativo.
Alcune pagine dal manuale del brand per Vale Giuffré

Caratteri tipografici (indispensabile!)
Sia che il marchio sia fatto con una font, sia che sia fatto con lettering fatto a mano o un tratto in brush lettering, dovrà sempre avere dei caratteri con si “sposa” alla perfezione.
Il brand non ha una vita da solo infatti, ma è usato nei prodotti di comunicazione insieme a testi, immagini e colori. É utile sceglierli a priori anche se non saremo i diretti responsabili della comunicazione proprio perché il manuale del marchio è la guida che lasceremo per facilitare il lavoro anche se fosse il cliente a dover creare da se alcune immagini con Canva.
Tavolozza colori (indispensabile!)
I colori del marchio sono indicati solitamente in quadricromia e in codice esadecimale, un codice preceduto dal simbolo # cancelletto che è usato per definire il colore sul web.
Se il marchio nasce nella sola variante bianco o nero è comunque consigliabile scegliere una palette colori da utilizzare in abbinamento nella comunicazione e nei vari materiali.
Qui sotto un esempio di manuale di utilizzo del marchio che ho realizzato per un progetto per la prevenzione del cyberbullismo e l’educazione alle nuove tecnologie. Per maggiori informazioni pedagogiadigitale.it

Safe area, margini di sicurezza (indispensabile!)
La safe area o margini di sicurezza servono a definire uno spazio attorno al marchio che non deve essere occupato da nessun altro elemento. Serve per dare al nostro brand un’area di respiro perché sia percepito chiaramente.
Questa è la regola che più spesso vedo infrangere nelle comunicazioni di bassa qualità. Avete presente quei manifesti dove sono inseriti in basso gli sponsor, tutti appiccicati e con misure diverse? Ecco, la safe area serve per evitare questo errore. Dobbiamo fare in modo che il nostro marchio abbia sempre il giusto spazio attorno per essere percepito come elemento a se stante.
nella prossima parte…
Nella prossima parte di questo articolo vedremo quali sono gli elementi che possiamo aggiungere al nostro manuale di utilizzo del marchio, che non sono indispensabili ma che rappresentano quel “nice to have” che completa il progetto.
Andremo inoltre a vedere perché è utile avere questo documento e la sua utilità.